S’ANCO VIRGILIO DI LOR SCRISSE DI PARI VALORE SONO AD ULISSE.
GIAMMAI SI VIDE NEL MONDO INTERO SPECIE PIU’ UNITA A FARE UN IMPERO.
L’ESSERE UMANO RIMANE BASITO, LUI VUOL GOVERNARE PER ALZATA DI DITO.
MA UN IMPERO SI REGGE È BEN RISAPUTO SE C’È UN CHE COMANDA E L’ALTRO FA IL MUTO.
LA REGINA LO SA NON VUOL PARAPIGLIA SI ACCOPPIA COL FUCO E FA UNA FAMIGLIA.
NON C’È DISSENSO, NON C’È RIBELLIONE, C’E SOLO UNA MAMMA PER TUTTO IL PLOTONE.
SARA’ IL GENTIL SESSO A FAR DA PADRONE, I MASCHI SON POCHI E FARAN DA GARZONE.
LA NATURA MESCHINA COSÌ HA VOLUTO, NON HANNO STRUMENTI PER ESSERE D’AIUTO.
LA LOR BREVE VITA PASSERANNO IN ATTESA ACCOPPIARSI E MORIRE NON HAN ALTRA PRETESA.
SARANNO BEN POCHI A TAL GUISA PRESCELTI GLI ATRI AIMÈ… SON GIA BELLI E SEPOLTI.
DA API OPERAIE COME VERE MEGERE, IN ESILIO MANDATI OPPUR A MORIRE.
NON CI SON GRADI E AFFANNO AL POTERE IL COMPITO LORO È SCANDITO DALL’ORE.
UOVO, LARVA, PUPA ED INSETTO MATURO, SARÀ IL DESTINO DEL NASCITURO.
VENTUN SONO I GIORNI CHE IMPAVIDO ATTENDE DI VENIRE ALLA LUCE DEL SOLE CHE SPLENDE.
PER QUATTRRO DI’ SCOPETTA E RAMAZZA È IL DESTINO DI QUESTA RAZZA.
IL TEMPO PASSA E COSÌ LA FUNZIONE L’APE SPAZZINA DIVENTA GIUNONE.
CAMBIARE LAVORO E FARE LA CERA È ORA IL DESTINO DELLA PICCOLA FERA.
CAMBIA I SUOI COMPITI NON HA ALCUN INDUGIO SON QUELLE LE REGOLE DEL SUO RIFUGIO.
ATTENZIONE A CHI ENTRA CI SON SENTINELLE, FATTI ANNUSAR SE CI TIENI ALLA PELLE.
SE INCENSO E MIRRA PORTI CON TE’ BENVENUTA SARAI A PRENDERE UN TE’
SE IL SOLE SPLENDE ED IL CIELO È TERSO CHE NESSUN S’ATTARDI AL TEMPO PERSO.
UNA COSA È CERTA, IL LOR DESTINO È SCRITTO, SARANNO I FIORI IL LOR CAPOFITTO.
IL FIORE SBOCCIA E DI NETTAR SI GONFIA LA REGINA COVA E LA FAMIGLIA TRIONFA.
NON SANNO PARLARE, MA..POSSON DIRE…
SI MUOVONO IN DANZA..E NON PUOI SBAGLIARE.
CHI ARRIVA A CHI PARTE FORNISCE A PRIORE DIREZIONE DISTANZA E TIPO DI FIORE.
L’OMIN CON LA MASCHERA CHE SEMBRA IL PADRONE SCOPERCHIA, CONTROLLA MA È SOLO IL GARZONE.
NON CONTA NULLA LA SUA FORZA O LA STAZZA MA SOLO L’AMOR PER QUESTA RAZZA.
A CUOR LEGGERO E MANO FERMA LE TIENE IN SALUTE COME FOSSE UNA MAMMA.
… E LA MAMMA SI SA CHE PER SUA NATURA SVOLGE OGNI COSA CON PERIZIA E PREMURA.
A SUDEST ORIENTA IL LORO GIACIGLIO DI MODO CHE IL SOLE DIA LORO IL MEGLIO.
AL RIPARO DAI VENTI DI CERTO LE PONE ED IN LUOGO ASCIUTTO LE ARNIE DISPONE.
SU DI UN RIALZO LE METTE, LONTAN DAL TERRENO A QUARANTA CENTIMETRI IO CREDO PIÙ O MENO.
L’OMINO LO SA DA TEMPO NE HA CURA GIAMMAI ABBASSAR LA TEMPERATURA.
D’INVERNO INFATTI LE LASCIA TRANQUILLE E LORO SI AMMASSANO COME LE ANGUILLE.
FORMANO UN CESPO DI ALI E ZAMPETTE IN GLOMERE SI DICE CHE SI TENGANO STRETTE.
DUE PAIA D’ALI CON SEI ZAMPE AL TORACE UNITE AL CORPO COME FOSSE UN RAPACE
ASPIRA, LECCA, RIMUGINA E IMPASTA E LA BOCCA DELL’APE CHE MAI NON HA SOSTA.
UNA PANCIA OBLUNGA COME FOSSE UN PALLONE CI SON DENTRO GLI ORGANI DELLA DIGESTIONE.
DULCIS IN FUNDO COME FOSSE UN ARPIONE IN UN CUL DI SACCO C’È IL PUNGIGLIONE.
NON ABBIATE TIMORE CHE SE NE SERVA SOGGIACE AI VOLERI DELLA DEA MINERVA.
DUE OCCHI GRANDI E TRE PICCOLI OCELLI PER VEDER IL MONDO A TINTE PASTELLI.
GIALLO VERDE ED AZZURRO SON I COLORI MAGGIORI IL ROSSO NO, NON CI SON NEANCHE I FIORI.
E LORO SAN BENE COME PITTARSI E COME INVITARLE AD ABBUFFARSI.
DI GIALLO DI VERDE E D’AZZURRO VESTITI PROMUOVON L’INCONTRO TRA MOGLI E MARITI.
DI SENSI NE HAN QUATTRO MANCA SOLO L’UDITO E SON TUTTI IN DUE ANTENNE… CHE COMPITO ARDITO!
CHE ANIMO NOBILE HA QUEST’INSETTO A VOLAR PER FRUTTETI SENZA DARCI UN MORSETTO
E’ LA VESPA E NON L’APE A DAR MORSI ALLA FRUTTA IL CALABRONE SI UNISCE E LA FESTA È GIA FATTA.
LIGUSTICA È IL NOME CON CUI LA CHIAMIAMO E A DIRTI PERCHÉ ORA PROVIAMO.
LA LIGULA È IL MEZZO COL QUALE L’APE IL NETTARE SUCCHIA CON FARE VORACE.
DAL NOME CAPITE CHE SIFFATTO SIFONE È PIÙ LUNGO DELL’ALTRE DI DIVERSA REGIONE.
DOCILE INSETTO CHE TRASFORMI IL TUO CORPO VA BENE SUCCHIAR MA STATTENE ACCORTO.
UN KILLER ORIUNDO È SEMPRE IN AGGUATO E LA TUA PICCOLA BOCCA NON HA FORZA NE FIATO.
LA VARROA COSI DETTA LA TUA BOCCA NON TEME MANDIBOLA STRETTA… E NON V’È SPEME.
E ALLOR QUEST’INTRUSO… MA DA DOVE È VENUTO. TI CHIEDI PENSOSA IN ATTESA DI AFFLATO.
GIAMMAI AVRAI RISPOSTA È L’UOMO IL TIRANNO CHE ONORE NON HA A FAR QUESTO DANNO.
COSÌ TI RITROVI IN UN IMPARI LOTTA CON LA PULCE IMPORTATA DA GENTE BIGOTTA.
TI SI ATTACCA ALLA SCHIENA E DI SUCCHIAR NON MOLLA LA TUA LINFA VITALE COME FOSSE UNA COLLA.
VOLARE NON PUÒ NON HA MICA LE ALI SEI TU CHE LA PORTI FIN DENTRO GLI APIARI.
CARONTE FU IL FUCO CHE IN CERCA DI MOGLIE IN ARNIE DIVERSE LA PULCE DIFFONDE.